Attività in classe sul tema dell’Hate Speech

Si riporta il tema di una studentessa

“La situazione che c’è stata proposta è un esperimento sociale in c’è una persona di colore che, non palando bene l’italiano, chiede a degli italiani di spiegargli un commento d’odio ricevuto sui social. Sono stati selezionati cinque italiani che hanno avuto reazioni simili. Hanno cercato di descrivere nel modo più semplice possibile il messaggio, a volte parlando in inglese. Tutti erano visibilmente imbarazzati e al tempo stesso inorriditi dalle cose orribili che leggevano dal telefoni delle vittime. Alcune delle persone che hanno partecipato all’esperimento si sono rifiutate di spiegare il messaggio dicendo semplicemente che era inutile capirne il contenuto in quanto stupido e infondato. Successivamente si è passati a cercare di consolare le vittime, ribadendo quanto il contenuto sia stupido e che purtroppo ci sono molte, troppe, persone che covano odio nei confronti del mondo. Per utilizzare una citazione di un ragazzo nel video si può dire che “l’odio è un virus che contagia e non smetterà mai di contagiare sempre più persone”. Le vittime hanno chiesto poi il motivo degli insulti e alle persone cui era chiesto di rispondere si ritrovavano senza parole, in quanto sapevano benissimo quanto tutta quella violenza e quell’odio fosse ingiusto e infondato. Si passa poi a consigliare alla vittima di contrastare questo fenomeno d’odio attraverso una segnalazione perpetuata direttamente attraverso la piattaforma o rivolgendosi alle autorità locali, come la Polizia Postale. Se mi fossi trovata io al posto delle persone che hanno subito l’esperimento credo che sarei inizialmente rimasta esterrefatta e poi disgustata ed avrei cercato di screditare il commento in modo da far capire alla vittima quanto stupida sia una persona che, basandosi solo sul colore della pelle, abbia scritto cose tanto terribili. Avrei poi consolato le persone in quanto, nonostante si capisca un hater agisce in quanto arrabbiato e disinformato, ricevere un commento simile fa male. Infine, avrei aiutato la vittima a denunciare l’aggressione e a segnalare il commento”.

Aurora, 12 anni.